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IL RESTAURO DI UN SILENZI – LO SCAFO

  • Giacomo ITA- 5
  • 30 set 2015
  • Tempo di lettura: 3 min

Il grande Erasmo Silenzi costruiva delle barche belle esteticamente e molto performanti sul campo di regata. Il legno a vista dello scafo era tra le sue caratteristica di bellezza. Con il passare del tempo, un poco per la fretta, un poco per far sembrare la barca più moderna si è incominciato a pitturare lo scafo ai FD di legno compreso ai Silenzi. Il primo che volle direttamente da Erasmo uno scafo di colore blu fu Carlo Croce per partecipare alle olimpiadi di Kingston nel 1976.

Da allora il colore blu dello scafo è finito su altri scafi che hanno solcato le acque italiane con ottimi risultati in regate di livello alto. Tra queste imbarcazioni vi è quella di Gianfranco

Perché non provare a far emergere l’originale scafo con legno a vista? Ci abbiamo provato con qualche ora di lavoro ed alla fine il risultato è stato soddisfacente.

Ecco la presentazione delle varie fasi del lavoro

Come prima cosa occorre girare la barca disponendola su apposito supporto. Va benissimo il carrello stradale con invaso. Per questa operazione occorre aver disarmato la coperta, tolta la deriva. Ed avere alcuni amici disponibili a fare un piccolo sforzo. Iniziamo a togliere la vernice ed il gelcoat servendosi di carteggiatrice elettrica e carta vetrata a grana 40.

Andare a vedere le rotture del legno causate dal tempo e dall’uomo, in particolare negli svuotatori del pozzetto e nell’incollaggio del fasciame.

i tratta ora di decidere se vale la pena di continuare a carteggiare con carta a vetro sempre più fine o se è meglio ricoprire tutto con la pittura e il gelcoat in modo che non si vedano gli eventuali difetti dello scafo. Si continua, dopo aver apprezzato gli intarsi delle essenze di legname regalate da Erasmo, si carteggia seguendo le nervature fino ad arrivare alla grana 240. Si tolgle la polvere e si aspira tutta la polvere dai pori. Per schiarire il legno si utilizza acqua ossigenata a 30 volumi che aiuta a rimuovere ulteriormente la polvere dai recessi dello scafo e come ultima cosa si passa con la mano. Si cerca di correggere i difetti del legno trovati e riparati rendendo uniforme il colore con un impregnante. Il colore duglas è caratteristico e quasi tutte le barche su cui ho lavorato escono di questo colore, sia che si tratti di una coperta che di uno scafo. Il duglas non è eccessivamente scuro, e rende storico e grintoso il legno.Si può poi decidere di dare una o più mani in modo da avere la possibilità di scurire ulteriormente il legno. Approfittando del generoso sole di inizio settembre si lascia asciugare lo scafo per qualche giorno. Questa operazione è fondamentale per poter dare la prima mano di resina epossidica.

Poi una seconda, una terza …..una sesta fino ad ottenere una superficie perfetta

Come sempre o si danno mani consecutive prima della catalizzazione completa o si lava (per togliere le ammine) e si carteggia prima di dare la mano successiva (operazione obbligatoria). Ultima cosa tre mani di vernice trasparente poliuretanica bi componente per rendere duraturo il lavoro sottostante ed assicurare una copertura dai raggi uv e dai graffi delle regate.

Silenzi faceva di colore bianco la parte immersa, ma trattandosi di un restauro conservativo si è preferito lasciare tutto a vista per valorizzare i gli intarsi nel legno.

 
 
 

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